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Un libro di narrativa, storia, teatro, poesia e opera d’arte insieme. I soggetti dei quadri di Caravaggio, le cui immagini a colori rielaborate artisticamente dall’autrice ingemmano alcune pagine, prendono vita e si raccontano, tessendo trame tra le quali  spunta  la leggenda del pittore più famoso dal XVII secolo ad oggi: Michelangelo Merisi.
Caravaggio non lasciò che poche parole autografe, per lo più risultanti dai processi o riportate dai biografi suoi contemporanei. Non aveva bisogno di parole, la pittura era divenuta la sua lingua, facendo propria la lezione di Annibale Carracci che asseriva che i pittori dovessero parlare solo con le mani. Così nei suoi dipinti condensò, insieme al proprio rivoluzionario pensiero, trame di racconti e drammi teatrali, ritraendo modelli presi dalla strada, amici pittori e prostitute, che più volte entrarono e uscirono dal suo studio e dalle sue tele per inscenare altri personaggi, assumere pose diverse e raccontare ogni volta una nuova vicenda.
Qui dentro protagoniste sono le loro storie, quelle dei modelli che, raccontandosi, rivelano a tratti anche brani della leggendaria vita del pittore, illuminandone i momenti bui, intersecando le loro esistenze di bari, osti, commedianti, zingare, cortigiane e garzoni con quelle di personaggi illustri (Beatrice Cenci, Galileo Galilei, Giordano Bruno, papi, cardinali, marchesi, cavalieri,…) e con la grande storia di quel secolo incredibilmente denso di eventi e cambiamenti epocali in ogni ambito, il 1600, che tra queste pagine scoprirete essere quanto di più simile al nostro.

Da questo romanzo è germinata la sceneggiatura teatrale in tre atti dal titolo “Il Cavaliere, la Morte e il Tempo” il cui copione è stato elaborato con Massimo d’Alessandro.
                                                                       
           

Recensioni

Un viaggio tra quadri e storie del Caravaggio
Un libro straordinario, per gli appassionati del genio di Michelangelo Merisi da Caravaggio e non solo. Una lettura scorrevolissima che consente un viaggio nel tempo fino all’anno 1600, per incontrare il Caravaggio, ascoltare dalle labbra dei personaggi che aveva dipinto la sua storia e, contemporaneamente, la loro. L’autrice, storica dell’arte, ha compiuto un’approfondita ricerca per rintracciare le identità di molti modelli e ricostruire il loro ruolo all’interno della vita del pittore, alternando sapientemente realtà e finzione, lingua contemporanea del narratore e italiano seicentesco colorito dei dialoghi, desunti in parte dalle biografie dell’epoca e dagli atti dei processi. E’ un romanzo che mescola sapientemente narrativa, arte, teatro e giallo, con qualche tocco noir. Ogni capitolo del libro appare anche come un racconto concluso, introdotto dai dipinti del Caravaggio che l’autrice ha rielaborato artisticamente e che danno lo spunto ad ogni trama. Nell’introduzione, segna l’avvio della storia un avvenimento reale, datato 11 settembre 1599: l’esecuzione capitale avvenuta a Castel Sant’Angelo di Beatrice Cenci e della sua famiglia, sotto il cui patibolo si radunò una folla inverosimile, tra cui compare anche Caravaggio. Il primo capitolo immette il lettore nella brulicante vita della Roma del 1600, permettendogli di cominciare il viaggio narrativo in un vicolo con Maddalena Antonietti, detta Lena, che era prostituta, amante e modella del pittore, ed assistere allo sgombero dei beni dell’artista dalla casa in cui alloggiava, poiché insolvente nei confronti della proprietaria. Il fil rouge (et noir) che lega ogni successivo capitolo è il legame che ogni personaggio ha con il Merisi: d’amore, odio, amicizia, stima, protezione, mecenatismo o vendetta. E’ un romanzo corale e i protagonisti, oltre al pittore, sono le prostitute, gli osti, i bari, le zingare, gli attori di una compagnia teatrale, i cavalieri di Malta, cardinali, papi, marchesi, collezionisti e pittori; tra costoro a tratti spuntano anche le figure di Galileo Galilei, Giordano Bruno e il poeta Giovan Battista Marino. Prezioso come una tela del Caravaggio, per la raffinata capacità narrativa e immaginativa che permette all’autrice di condensare gli ultimi dieci anni di vita del pittore in un dramma teatrale, il libro è a sua volta un quadro che trattiene dentro la cornice un piccolo capolavoro. Perfetto nell’alternanza di tocchi di luce ed ombra, colori e atmosfere, eros e thanatos. E amore e morte sono i due più ardenti protagonisti del libro, che colorano ogni pagina di rosso, intenso come il tendone sanguigno che spesso accompagna i quadri più teatrali del Caravaggio.                                                                A.M.N.
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Un libro splendido che emana passione per l’arte e per quel personaggio, a volte scomodo altre eccelso, di Caravaggio. Un testo importante, fluido nello stile e nella scrittura, storicamente ben delineato, da tenere nella propria libreria. L’autrice ha fatto un ottimo lavoro. 
Fabia Petrella                  
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Si tratta di un libro splendido, particolare, direi quasi unico nel suo genere, in quanto nato dalla penna di una scrittrice di spessore culturale, artistico ed umano di altissimo livello. Innanzitutto, Nicoletta Retico   vanta un curriculum di tutto riguardo e dal suo libro traspare conoscenza e  passione per l’arte,  grande capacità narrativa ed immaginativa che le permette di realizzare un piccolo capolavoro. Un romanzo, nato dalla perfetta mescolanza di realtà e finzione, di verità storiche e fantasia,  di un’incredibile  ricchezza che si manifesta su più livelli. In primo luogo è un romanzo che si costruisce con l’apporto di tanti generi letterari classici, rielaborati e reinterpretati: la narrativa, la storia, il teatro (drammatico e comico), la saggistica, la biografia, la poesia e l’arte. E’ un giallo con qualche tocco di noir, e una rappresentazione teatrale prevalentemente tragica con apporti della commedia e della commedia dell’arte. E  si conclude con un componimento in versi. Tutto l’impianto narrativo trae la sua linfa vitale dall’arte, o meglio dalle tele del Caravaggio. Ogni capitolo si apre con le immagini di uno o più quadri del maestro da cui l’autrice trae l’ispirazione, inventa storie, prende i personaggi. Possiamo inoltre parlare di ricchezza  dal punto di vista linguistico (lingua moderna e del seicento: quella teatrale, quella poetica e quella degli atti giudiziari).  Ricchezza (come ricca  fu la vita stessa e le tele di Caravaggio) nella scelta dei personaggi, di personaggi di tutti gli strati sociali, tratti dalle tele e dalla biografia del pittore. L’autrice ha compiuto un’approfondita ricerca per rintracciare le identità di molti modelli e ricostruire il loro ruolo all’interno della vita del pittore. Il  legame che ogni personaggio ha con il Merisi: d’amore, odio, amicizia, stima, protezione, mecenatismo o vendetta. Consideratelo un viaggio tra i quadri e la vita del Caravaggio, a partire dall’11 settembre 1599. Tutto ha inizio nel prologo. Un fatto storico, di quelli che impressionano noi moderni ma che impressionarono fortemente anche coloro che ne furono diretti testimoni: il supplizio di Beatrice Cenci. Nel prologo sono presenti tutti gli elementi che troveremo negli altri 13 capitoli : i personaggi tra la folla sono gli stessi che troveremo man mano nello scioglimento dell’intreccio narrativo, la struttura di tipo scenico teatrale, la narrazione affidata prevalentemente ai dialoghi (in lingua seicentesca), il dominio dei due grandi e veri protagonisti Eros e Thanatos, Amore (inteso nel senso più ampio possibile del termine, come energia vitale, come desiderio di redenzione, di bene e di sentimenti positivi) e morte (inteso anche come violenza e ingiustizia, arroganza, codardia). L’altro grande protagonista è il 600, rappresentato attraverso la vita quotidiana delle strade, delle osterie e dei palazzi altolocati, attraverso i suoi costumi, come il gioco della pallacorda, e quelli d’azzardo, le cortigiane nei palazzi del potere, il mecenatismo, la violenza come elemento costante nel vivere quotidiano. Il 600 in questo romanzo è sentito e guardato, interpretato e rappresentato  attraverso il punto di vista del Caravaggio, adottandone la sua angolatura ed i suoi colori ossia attraverso  la sue splendida pittura, dove il secolo è rappresentato, vissuto, elaborato e sentito in modo viscerale, con pathos e con forza.  Un secolo che poi non è così distante dal nostro come mette in evidenza il finale del romanzo, una sorta di “morale” in versi, come era solito nelle rappresentazioni teatrali, tragiche o comiche che fossero, del 600. Grande passione e studi  approfonditi, ars e genio creativo hanno fatto nascere un’opera d’arte, un romanzo gioiello. Erudizione e  libera immaginazione, tecnica narrativa ed ispirazione originale, apollineo e dionisiaco si uniscono armoniosamente per dar vita ad un’opera di grande valore, agli antipodi con la letteratura sciatta e superficiale a cui oggi le case editrici tentano di assuefarci. Non è un romanzo da leggere tutto d’un fiato, non è letteratura usa e getta. Va degustato, assaporato con cura, prendendosi il tempo per apprezzare e valutare e riflettere su un’opera la cui realizzazione ha messo in gioco  grandi competenze sulla tecniche narrative, sulle tecniche della rappresentazione teatrale,  sulla composizione poetica, competenze linguistiche, artistiche, storiche e di storia dell’arte.  
 Miriam Alborghetti, editor de L'Ortica
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